Glossario

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GESÙ

 
(Cr.) - Il fondatore del Cristianesimo e della Chiesa, secondo la fede cristiana, il Redentore del genere umano e, conforme alle definizioni dei primi quattro concili ecumenici, il Figlio di Dio, Verbo incarnato, vero Dio e vero Uomo. Il suo nome è Gesù, corrispondente all'ebraico Yeshua, che in forma piena è Yehoshua, ossia Giosuè. Ma Giosuè in greco è Iesous, ovvero "Yahweh salvezza". Questo nome viene usato in modo familiare ed affettuoso, nell'insegnamento religioso ai bambini, nella preghiera, in esclamazione di dolore, in invocazioni di aiuto, ecc. L'appellativo più comune è "Cristo". Questo termine, che è diverso da "Chrestos", significa "unto", da qualcuno tradotto liberamente "Messia". L'appellativo assume un significato solenne; esso indica in Gesù il Re consacrato dall'unzione sacra. Altro appellativo è "Nazareno", con evidente riferimento a Nazareth, il presunto paese dove Gesù è nato. L'appellativo Nazoreo, invece, ha altro significato. I Vangeli canonici, il cui metodo di scelta fra i tanti testi disponibili lascia ancor oggi perplessi, costituiscono praticamente la sola fonte storica per una possibile biografia di Gesù. Sui testi degli scrittori si trovano rarissimi cenni che è molto difficile riportare al Gesù dei Cristiani. Ciò nonostante nessun "serio studioso" ha diritto di dubitare sulla vicenda narrata dai Vangeli e, pertanto, ogni altra interpretazione è da considerare eresia. Ma anche i Vangeli non sono d'accordo su alcune questioni fondamentali. Innanzitutto non si riesce a sapere in che anno è nato Gesù, nonostante alla sua nascita siano avvenuti fenomeni unici nella storia dell'umanità (la stella in cielo) e siano accaduti fatti civili (la strage dei bambini ad opera di Erode) che, per la loro dimensione non possono esser stati trascurati dagli storici. Nessuno sa dire se ha predicato per un anno o tre, prima di essere messo a morte, e tanto meno è in grado di raccontarci la vita del Figlio di Dio per i primi trent'anni. Da duemila anni sono in corso complesse controversie dottrinali, interne alla Chiesa di Roma, in relazione alla Verginità di Maria ed alla doppia natura di Gesù, quella umana e quella divina. Tutti i dogma che ne sono derivati, più che risolvere i problemi, ne hanno aperti degli altri. Eppure è vietato a chiunque dubitare della realtà storica di Gesù. Nè l'analisi della traduzione dei testi ci aiuta a capire meglio. Negli ultimi trent'anni sono state fatte quattro traduzioni ufficiali delle Lettere di San Paolo. In esse la figura del Salvatore è citata dalle 591 volte (prima traduzione) alle 625 (seconda traduzione). Il nome Christos è citato dalle 134 alle 220 volte (una differenza ingiustificabile fra le diverse traduzioni), mentre dalle 371 alle 400 volte vengono usati altri nomi. Nel Messale Romano del 1965, Gesù Cristo è citato 512 volte, in quello del 1983 ben 876 volte; Gesù è citato 23 volte nel primo e ben 138 nel secondo; Cristo si trova 75 volte nel primo, 1545 volte nell'ultimo. Poiché l'originale si presume non sia cambiato nel tempo, si deve pensare ad una manipolazione della traduzione. È un vizietto che ha avuto inizio con i lavori dei Padri della Chiesa sui testi biblici. L'avvento delle tendenze razionalistiche nel XVII secolo e la nascita della filologia nel XVIII secolo, portarono ad un esame critico dei testi sacri, sia per ricostruire l'ambiente in cui il Cristianesimo era nato, sia per ricercare e valutare le fonti dei Vangeli. La scuole esegetica tedesca conseguì certamente i migliori risultati, ma la ricostruzione storica fu influenzata spesso dalle concezioni dell'autore o dalla dottrina prevalente nella scuola. La vita di Gesù scritta da Strauss è molto diversa da quella che sarà scritta da . Il conflitto fra la erudizione critica e la cosiddetta scienza cattolica è tuttora in corso ed è assolutamente impossibile intravedere uno sbocco. D'altra parte la fede non troverà mai una risposta nella scienza come quest'ultima non potrà dare mai risposta ai problemi di fede. Bisogna accontentarsi : ognuno coltivi il proprio orticello ! Vale la pena, comunque, di dire qualcosa di più in relazione a questa grande figura di maestro, che altre correnti religiose del tempo vedevano in modo diverso. Per gli Gnostici, Christos non era Gesù, ma il Principio impersonale, l'Atman dell'Universo esotericamente asessuato, exotericamente maschio-femmina. Il nome di Gesù (Jehoshua) è formato di sette lettere, come quello di Jehovah. Dal punto di vista mistico, Gesù era considerato uomo-donna; nella sua biografia non vi è alcun cenno di sessualità. Gesù era chiamato "il Pesce", come Vishnu e Bacco; il monogramma di Bacco, infatti, è IHS, ed anche IKTYS, che significa "Pesce". Gli episodi della nascita di Gesù sembrano copiati per intero da quelli della nascita di Krishna. Come Adepto della Buona Legge, Gesù è chiamato "Albero della Vita", ma lo stesso nome è dato ad Adam Kadmon, l'albero sefirotico della Cabala. Il numero che si ottiene dal suo nome, secondo il calcolo cabalistico, è 888, che è uguale alla somma di 543 (Geova) + 345 (Mosè). Gesù crocifisso è uguale alla figura dell'indù Vithoba, fatta salva la croce che è un simbolo molto più vecchio del Cristianesimo. Con tutto il rispetto dovuto al Cristianesimo ed a quanti lo praticano con fede (il che significa vivere il Cristo e non solo andare a messa una volta la settimana), riconosciamo che esistono posizioni serie e razionali anche fra quanti si permettono di dubitare del Gesù storico.

QADMON ADAM

 
(Eb.) - O Adam Kadmon. L'Uomo Divino o Celestiale, il Microcosmo. È il Logos manifestato, quello che per l'Occultismo, è il terzo Logos, o il Paradigma dell'Umanità. Adam Kadmon è l'Adamo Divino, Principale ed Universale, detto anche Adamo Archetipale, poiché è Dio in emanazione ontologica. Adam Rischin, invece, è l'Adamo Primordiale, l'Adamo edenico in manifestazione. Adam Kadmon, quale Uomo superiore e celeste, è il mediatore fra En Soph e Kether, poiché, quale macrocosmo, racchiude in sè, in principio, tutte le causazioni della Causa Prima. Come lo Adamo terrestre è abitacolo della Shekinah e del regno santo, così Adam Kadmon è abitacolo dell'Infinito, della sua somma Luce, cui sta vicinissimo e di cui è la vera immagine. Adam Kadmon ha origine nello spazio primordiale del Tzim-tzhum, quale prima configurazione della Luce divina, la più alta forma attraverso la quale En Soph comincia a manifestarsi. Si tratta di uno stadio in cui le forze poste in azione non hanno ancora assunto un'organica distribuzione e configurazione. Con la "rottura dei vasi", anche Adam Kadmon subisce il suo processo e sorge l'Adamo terreno. Dal piano ontologico esso cade sul piano edenico, e come veicolo della manifestazione del Raggio dell'Essenza, esso diventa il Tetragrammaton: lo splendore di En Soph è diventato Kether.

SEPHIRA

 
(Eb.) - Una emanazione della Divinità; la causa e la sintesi dei dieci Sephiroti, quando è posta alla sommità dell'Albero Sefirotale: nella Kabbalah, Sephira, o il "Vecchio Sacro", è l'Intelligenza divina (lo stesso che Sophia o Metis), la prima emanazione dell'"Infinito" o Ain-Suph. Identificata con l'androgino Adam Kadmon, essa diventa la Luce Spirituale; identificata con Shekinah, è la Sostanza Spirituale emanata dalla Luce infinita. Exotericamente essa contiene in sè gli altri nove sephirot; esotericamente ne contiene solo due: il secondo, Chokmah (la Sapienza), ed il terzo, Binah (l'Intelligenza). Tutti e tre formano la Trinità ebraica, Kether, la Corona. Trinità ebraica e Trimurti indù sono la stessa cosa, come sono identici Sephirot (limitatamente ai sette inferiori) e Prajapati, o Rishi, o Creatori, o Patriarchi. Sephira è madre e figlia di Adam Kadmon, come Vach lo è di Brahma, Iside di Osiride, ecc. Sephira, poi, è il Logos femminile di Adam Kadmon, come Vach lo è di Brahma, Iside di Osiride, ecc. Nella Cabala, Sephira è la Parola, come l'indù Vach, che è il noumeno della Luce, del Suono, dell'Aether; similmente, nella Cabala, Luce-Suono-Numero sono i tre fattori della creazione.

SVAYAMBHUVA

 
(San.) - Il quattordicesimo Manu, l'ultimo dello attuale Giorno di Brahma; collettivamente è la sintesi dei 13 Manu che lo precedono. Nasce da Svayambhu-Narayana, l'Auto-esistente, e può essere considerato identico ad Adam Kadmon dei Cabalisti o all'Uomo androgino del Genesi. Egli è Brahma, il Logos che si separa in due per dar luogo a Viraj e Vach, il maschile ed il femminile. Nel suo senso più mistico, l'unione di Svayambhuva con la figlia Vach-Shata-Rupa (che è poi una delle sue metà), rappresenta la prima evemerizzazione del principio duale; seguirà Vaivasvata ed Ila, e poi altre ancora. Da Svayambhuva nasce Manu, la prima razza umana, evoluta con l'aiuto dei Dhyan Chohan, all'inizio della prima ronda. Egli è l'Automanifestato, il Figlio del Padre immanifesto, il Nato da sè, l'equivalente di ogni Monade cosmica, che diventa un centro di forza dal cui seno emerge una catena planetaria. La Terra fu popolata mentre Svayambhuva presiedeva al primo Manvantara, nel Kalpa del Varaha. Egli è il padre di Priyavrata, che ebbe dieci figli dei quali, tre divennero asceti e sette accettarono l'eredità (i sette continenti della Terra). Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati come Adam Kadmon è la sintesi dei Sephirot.

UMANITÀ

 
- Occultamente, e Cabalisticamente, l'intera umanità è simboleggiata da Manu in India; da Vajrasattva o Dorjesempa, il capo dei Sette Dhyani, nel Buddhismo Settentrionale; e da Adam Kadmon nella Cabala. Tutti questi rappresentano la totalità dell'umanità la cui origine è in questo prototipo androgino, e la cui fine è nell'Assoluto, oltre tutti questi simboli e miti di origine umana. L'Umanità è una grande Fratellanza in virtù dell'identità della materia di cui è fornita fisicamente e moralmente. Comunque, a meno che non diventi una Fratellanza anche intellettualmente, essa non è migliore di un qualche genere superiore di animali. Nella sua prima forma prototipica eterea, l'umanità è la discendenza degli Elohim della Vita, o Pitri; nel suo aspetto qualitativo e fisico, essa è la progenie diretta degli Antenati, i Dhyani inferiori o Spiriti della Terra. La sua natura morale, psichica e spirituale deriva da un gruppo di Esseri divini; la umanità è opera di Legioni di Spiriti diversi, dei quali, in un certo senso, ne è il veicolo. Inizialmente costituita da corpi eterei, poi via via materializzatisi fino ai giganti mostruosi della Terza e Quarta Razza, ha pagato il suo progresso fisico a spese dell'Uomo spirituale interiore; superato il punto mediano (al termine dell'arco discendente dell'evoluzione), il processo di materializzazione ha avuto termine, ed è iniziato l'arco luminoso della risalita, quello sul quale l'umanità lascerà via via la sua componente fisica per riacquistare quella spirituale. L'umanità, come tutto ciò che appartiene al nostro universo, nasce, si sviluppa, invecchia e muore. Essa è legata indissolubilmente alle Stelle attraverso le Intelligenze che governano il tutto. L'umanità è figlia del Destino ciclico: razza dopo razza, compirà il pellegrinaggio ciclico che le è stato assegnato; nessuno può sfuggire alla propria missione inconscia, neanche la Natura. L'umanità, sia collettivamente che individualmente, assieme alla Natura manifestata, costituisce il veicolo del Respiro Unico universale e quello dei tanti Respiri che da esso derivano. Tutta l'umanità è nata da una stessa Essenza differenziata su sette piani, che si differiscono in grado, non in qualità. La differenza fisica originaria, accentuata dalle condizioni geografiche, ha dato origine alle differenze di colore, di statura, di lineamenti, ecc., oggi impropriamente usati dal razzismo per scopi discriminatori. È ragionevole pensare che, essendo la Terra cambiata diecine di volte, essa abbia ospitato ogni volta un tipo di umanità particolare, adatta alle condizioni atmosferiche e climatiche del momento.

VACH

 
(San.) - Letteralmente sta a significare la parola, ma definire Vach semplicemente "parola" è mancanza di chiarezza; vach è la Forza Creativa soggettiva che emana dalla Divinità Creatrice e diventa concreta espressione della ideazione; essa è la Parola, il Logos, il Verbo. In senso estensivo può essere accettata come l'organo della parola, l'essenza dell'uomo. Gli elementi sottili del Tejas, assorbiti dall'uomo, diventano "parola-pensiero", l'equivalente del nitrito del cavallo sacrificale. Con essa si accoppia Mitryu-fame, per generare quanto esiste; essa è il Suono, il Brahman, che illumina con la sua Luce il Purusha. Vach è il "dhenu" del cui latte vivono gli Dei, gli Uomini ed i Mani, è il fondamento della mente umana. Vach è la personificazione mistica della parola, e il Logos femminile, essendo uno con Brahma, che la creò da una metà del suo corpo, che egli divise in due porzioni; ella è anche una con Viraj (chiamata la Viraj "femmina") che fu creata in lei da Brahma. In un senso Vach è la "parola", tramite la quale la conoscenza fu insegnata all'uomo; in un altro senso ella è la "mistica parola segreta" che discende sui Rishi primordiali ed entra in essi, come le "lingue di fuoco" che, si dice, si siano "fermate" sugli Apostoli. Per cui, essa è chiamata il "creatore femmina", la "madre dei Veda, etc... Esotericamente, essa è la Forza Creatrice soggettiva che, emanando dalla Divinità Creatrice (l'Universo soggettivo, la sua "privazione" o ideazione) diventa il "mondo della parola" manifestato, cioè l'espressione concreta dell'ideazione, da cui la "Parola" o Logos. Vach è l'Adamo "maschio femmina" del primo capitolo della Genesi ed è quindi chiamata "Vach-Viraj" dai saggi. (Vedi Atharva Veda). Essa è anche "la celestiale Saraswati prodotta dai cieli", una "voce derivata da Brahma senza parola" (Mahabharata); la dea della saggezza e dell'eloquenza. È chiamata Sata-Rupa, la dea dalle "cento forme". Vach, come parte femminile di Brahma, è la dea delle forze attive della Natura, da cui sorge, prima ancora del latte, l'acqua, il principio femminile; è il potere magico del suono occulto della Natura e fa uscire dal Caos i Sette Elementi. Essa equivale alla egizia Iside, alla cinese Kwan-Yin, ecc. Aditi-Vach è il Logos, o Verbo, femminile, ossia la Parola, Sephira. Si suddivide in quattro specie: Para, Pashyanti, Madhyama e Vaikhari; queste quattro forme di Vach corrispondono ai quattro Principi del grande Cosmo. E Vach può essere intesa, a livello cosmico, come la Musica delle Sfere di Pitagora. Prajapati-Vach è l'equivalente di Adam-Kadmon.

VISHNU

 
(San.) - La seconda persona della Trimurti (trinità) Indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva, la forza che sostiene l'Universo, e quindi il suo Preservatore. Dalla radice vish, "pervadere". Nel Rig-Veda, Vishnu non è un dio supremo, ma semplicemente una manifestazione dell'energia solare, che "percorre le sette regioni dell'Universo in "tre passi" e avvolge tutte le cose con la polvere (dei suoi raggi)". Quali che possano essere gli altri sei significati occulti di questa affermazione, ciò si riferisce alla stessa classe di tipi come i sette e i dieci Sefirot, come i sette e i tre orifizi dell'Adam Kadmon perfetto, come i sette "principi" e la triade superiore nell'uomo, etc. etc.. In seguito, questo tipo mistico diventa un grande dio, il preservatore e il rinnovatore "dalle migliaia di nomi - Sahasranama". Vishnu è uno dei due grande Dei della bhakti, colui che, per il suo rapporto originario con il sacrificio vedico, resta il più legato all'ortodossia. Fino ad oggi gli vengono attribuite nove apparizioni, sotto forme diverse, e si è in attesa della decima. La tradizione indù lo immagina immerso nel sonno, in un mare di latte, sopra un serpente dalla cinque teste; qualcuno afferma che le sue apparizioni siano state dieci e ne rimangono solo due prima che la manifestazione venga riassorbita. Nel Rig Veda, egli è armato del disco forgiato da Tvastar e con l'eccedenza della luce solare uccide numerosi demoni, accompagnando anche Indra nelle sue più pericolose imprese. Le Upanishad medie e tarde presentano Vishnu come Uomo Cosmico, simbolo immediato del Brahman. Dal suo culto sono nate numerose sette, caratterizzate dall'ardente devozione verso la sua persona; queste sette, di forte impronta gnostica, hanno dato luogo a scuole di pensiero e ad esegeti del pensiero vedantico. Esiste anche traccia di una forma avanzata di sincretismo fra il culto di Vishnu e quello di Shiva. Brahma-Vishnu è lo Spazio infinito nel quale i Rishi, gli Dei, i Manu e tutto ciò che esiste in questo universo sono semplici Potenze. Sotto l'aspetto della "pervasione", Vishnu è identico a Fohat. Nel Vishnu-Purana si dice che egli (causa della emancipazione finale, della creazione, dell'esistenza e della fine di questo mondo), sotto forma di energia attiva, non si leva nè tramonta, è contemporaneamente il settuplice Sole, ed è distinto da esso. Vishnu è il Soffio dell'Assoluto, lo Spirito di Dio che si muove sulle Acque del Caos, il Grande Abisso dello Spazio infinito. Egli è solo la causa ideale delle potenze da creare nel lavoro della creazione; da lui procedono le Potenze che debbono essere create, dopo che son diventate la causa reale. Nei Purana, Vishnu è il primo Logos (il Creatore ideale), mentre Brahma è il secondo Logos (il Creatore pratico): il primo è il manifestante dal quale nasce il secondo manifestato. Vishnu è il Divino, il Primo degli Esseri, la Divinità nello Spazio e nel Tempo, il Dio particolare di Vaishnava. Come Jehovah, Vishnu è il difensore ed il campione degli Dei sconfitti, operando contro i Demoni secondo il principio del fine che giusitifica i mezzi. Talvolta viene presentato come Hari, armato di scudo, disco e mazza, mentre come Mayamoha (forma illusoria) inganna o uccide i Daitya. Altra volta è Purusha che entra in Prakriti, lo Spirito che feconda la Materia, precedendo le figurazioni falliche della Bibbia. Nara bisessuato (Vishnu e Lakshmi) è rappresentato su una foglia di loto galleggiante sull'acqua, che risale in semicerchio e si riversa attraverso la svastika, la sorgente della generazione, il punto dal quale l'uomo discende. Vishnu, quando diventa il Sole, è il simbolo visibile della Divinità impersonale. Shesha-Ananta è il suo serpente dalle mille teste, che vive in Naraka, l'Inferno degli Indù. Ma Ananta-Shesha è una forma di Vishnu, è lo Spirito Santo della conservazione, un simbolo dell'Universo sul quale Vishnu dorme durante l'intervallo dei Giorni di Brahma (i Pralaya maggiori) e con le sue sette teste sostiene l'Universo. Brahma-Vishnu-Shiva sono le più potenti energie del Dio neutro Brahman. Nell'Era Krita (la Prima), Vishnu, sotto forma di Kapila ed altri istruttori ispirati, insegna la vera saggezza all'umanità. Nell'Era Treta (la Seconda), Vishnu, sotto forma di un monarca universale, reprime i cattivi e protegge i tre mondi (le tre razze). Nell'Era Dvipara (la Terza), Vishnu, nella persona di Vyasa, divide il Veda in molte parti e lo dona all'umanità. Nell'Era Kali (la Quarta), Vishnu, sotto forma del Serpente dalle molte teste (i quaranta famosi figli di Kashyapa), continua la sua opera filosofica a favore dell'umanità; l'insegnamento avviene attraverso gli Avatara. Per quanto riguarda i nostri tempi, Krishna è l'ultima incarnazione di Vishnu. L'Arca della Salvezza di Vaivasvata Manu, che salva l'Umanità ed i semi della Natura dal diluvio, è in realtà condotta da Vishnu sotto forma di un pesce mostruoso; ma l'Arca è la Saggezza, il Diluvio è il Caos, l'Acqua il principio femminile, Vishnu lo Spirito divino, datore e conservatore di Vita. La figura del Pesce lega in qualche modo Vishnu a Gesù. In India si dice: "La Saggezza giace nascosta sotto il riparo di colui che poggia sul Loto d'Oro (Padma) che galleggia sull'acqua". Il loto emerge dall'ombelico di Vishnu, e quindi, Vishnu è la Saggezza. L'ombelico di Vishnu è il punto centrale delle Acque dello Spazio Infinito dal quale emerge il Loto che sorregge Brahma, l'Universo. Nei Purana si dice che la dimora celeste di Vishnu è Shveta Dvipa, l'Isola Bianca. L'allegoria di Krishna, Sole (Vishnu) incarnato, Dio solare che uccide Div-Sefid, il Diavolo Bianco, può essere letta come il sole che scioglie le nevi. Il Chakra, o cerchio o disco, di Vishnu è il simbolo della circolazione, della rotazione, della periodicità, del ciclo del tempo. Vishnu usa quest'arma per lanciarla contro il nemico ed ucciderlo (il tempo uccide ogni cosa). Garuda, il Grande Ciclo, il Maha Kalpa, è coetaneo di Vishnu manifestato, perchè comincia con l'inizio del Giorno di Brahma (il risveglio di Vishnu) e finisce con l'inizio della Notte di Brahma (Vishnu che si addormenta su Shesha-Ananta). Vishnu è il Dio del Principio umido e dell'Acqua, e come tale ha per simbolo il triangolo equilatero rovesciato. E poiché egli ha dato l'Acqua (Nara), il suo nome è anche Narayana, ossia le Acque in movimento. Vishnu, come Narayana, è detto anche Idas Pati (Maestro delle Acque) e corrisponde al greco Nettuno, o Poseidone. Jehovah-Binah-Elohim è il capo e la sintesi degli Elohim, come Agni-Vishnu-Sole è la sintesi dei Sette Raggi, il capo o il fuoco, donde emanano sia il fisico che il metafisico. Manu, Rishi Indra, i Re divini, sono solo il Potere di Vishnu, che penetra ed attiva la Materia; da qui il nome del Dio, come energia che pervade l'Universo. Vishnu è TUTTO, ciò che è e ciò che non è, non è sostanza ma causa della sostanza, non è ciò che vediamo ma ciò in cui si trova ciò che vediamo: lo Spazio. I suoi Tre Passi sono i tre Rajamsi, ossia i tre movimenti occulti dei quali il più alto, in salita, viene compiuto verso il mondo più alto, il cielo. Vishnu rappresenta la manifestazione verso il basso di Mahat, l'Intelligenza Universale.

MACROCOSMO

 
(Gr.) - Letteralmente "Grande Cosmo", l'Universo. Nasce dal Caos ed è considerato la copia massima del Microcosmo. Ha costituzione settenaria ed è simbolizzato dall'Esagono. Esso procede da Aziluth e comprende i tre mondi successivi : Briah, Yezirah ed Assiah. Questi mondi corrispondono ai tre triangoli dell'Albero sefirotale e, nel microcosmo, corrispondono alle tre anime dell'uomo: Neshamah, Ruach, Nephesh. A grandi linee, senza addentrarci nei dettagli, il Macrocosmo può essere identificato con Adamo Kadmon. (Vedi anche "Microcosmo").

LOGOS

 
(Gr.) - Termine greco il cui significato letterale è "parola, discorso, ragione". Per i Greci era la ragione determinante il mondo e la legge in cui essa si esprime. Per lo stoicismo è la divina ragione che, completando di sè il mondo, lo anima e dirige secondo il suo perfetto destino. Per gli Ebrei è un mediatore fra Dio ed il Mondo, è la Sapienza, artefice di tutte le cose. Per Filone è l'ipostasi della parola di Dio, colui che colma l'abisso fra Dio e il Mondo. È l'archetipo del mondo sensibile, la forza vitale che regge gli elementi, la via che permette all'uomo di elevarsi alla contemplazione di Dio. Ora persona, ora forza cosmica, è verità, luce e vita. Nel cristianesimo lo troviamo all'inizio del IV Vangelo, quello di Giovanni, con riferimento a Cristo. Inizialmente il fatto non ebbe grande rilevanza, poiché Gesù era considerato uno dei tanti intermediari fra Dio e gli uomini, con funzione cosmologica e non redentrice. Il successivo concetto di incarnazione di Dio, di consustanzialità, di "unigenito non creato", complicò notevolmente le cose, provocando scissioni in serie ed uno stato confusionale tuttoggi non risolto. Platone dava del Logos tre accezioni : (1) manifestazione del pensiero attraverso i suoni articolati di una lingua; (2) il render conto di una cosa enumerandone gli elementi; (3) l'enunciazione della differenza, ovvero del segno distintivo che individua una cosa. Come è evidente, si tratta di accezioni che si riferiscono al termine filosofico, con espresso riferimento al discorso. Fu Eraclito a parlare di Logos come di una legge universale, attribuendo ad esso l'origine di tutte le cose (lo aveva già fatto Leucippo), di cui gli uomini restano inconsapevoli. Cleante identifica il Logos di Eraclito con il logos spermatikos della dottrina stoica, ossia con la ragione seminale, o principio attivo, del cosmo. Nell'Inno a Zeus egli dice : " il logos attraversa tutte le cose mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi". È il Logos a garantire l'unità e la simpatia del cosmo ed in quanto legge naturale è il fondamento dell'etica stoica del "vivere secondo natura". Come principio fisico è identificato con il fuoco. Entrando nel campo della Teosofia, la trattazione del Logos si amplia enormemente assumendo una collocazione spazio-temporale che è tanto più facile da capire quanto maggiore è la capacità di immaginazione, o di astrazione, del lettore. Il Logos è la prima figura, per così dire, che appare all'inizio della Creazione. Ma la sua apparizione non è istantanea e definitiva, bensì progressiva e dinamica. Il Primo Logos è il punto al centro del cerchio; non è un punto fisico, ma il famoso punto matematico, adimensionale. Esso rappresenta l'Ideazione Cosmica, la Causa Prima che deriva direttamente dalla Causa senza Causa. Non è manifestato, ma porta in sè le "idee" di tutto ciò che si manifesterà. Viene detto anche Atman, Brahman, Pradhana, ma questi termini non sono esattamente sinonimi, anche se per certi aspetti sono identici. Il Secondo Logos è il diametro che attraversa orizzontalmente il cerchio, la natura passiva, Prakriti, la Vita latente. Esso è parzialmente manifestato, le Acque dell'Abisso sulle quali non vola ancora il Soffio. Il Terzo Logos è la linea verticale che interseca il diametro del cerchio, lo Spirito che feconda la materia, Mahat, l'Intelligenza, l'Anima Universale del Mondo, il Noumeno cosmico della Materia. È detto anche il Demiurgo poiché è il fattore di tutte le cose, e lavora sul mondo manifesto per mezzo di Fohat, la Forza in tutte le sue infinite differenziazioni. In tutte le cosmogonie, il Logos è una figura androgina, che possiede un aspetto maschile ed uno femminile. Ad esempio: Adamo Kadmon e Sephira, Osiride ed Iside, Adamo ed Eva, Brahma e Vach, ecc. Come aspetto maschile dell'Anima Mundi, il Logos è Alaya, il Soffio cristallizzato del Verbo settuplice di cui l'uomo sul piano terrestre è l'immagine. L'appellativo di Demiurgo lo ha in qualità di Costruttore collettivo dell'Universo; egli non fa nulla in prima persona, ma fornisce il progetto, prelevato dall'Ideazione Cosmica, e sorveglia i lavori dei Dhyani esecutori. Esso, infatti, non è una divinità personale, ma l'aggregato dei Dhyan Chohan e delle Forze ad essi aggregate. Il Logos procede dalla Mente, esso sta presso Dio, ma non è Dio, bensì il secondo Dio. In ebraico, il Logos è D(a)B(a)Rm ma diventa D(a)B(a)R(i)M quando assume la veste di Legione di Angeli, o Sephirot, pur rimanendo Uno. Per indicare il Logos, lo Ierofante tracciava un cerchio, o un triangolo equilatero, ed al centro della figura segnava un punto: quello era il Logos. Nella filosofia indù, Mulaprakriti (l'area del cerchio, il velo di Parabrahman, che è la parte esterna al cerchio), è considerata madre e figlia del Logos, che a sua volta è generatore generato, sua causa secondaria. Il Logos è la prima manifestazione di Parabrahman, il primo Ego che appare nel Cosmo, ed anche il fine ultimo di tutta l'evoluzione. Il Logos emette "la luce che dà energia", da cui nasce il quaternario, e questa luce è l'energia cosciente di Mulaprakriti, il suo Potere, la sua materia-forza, la radice unica del Sè. Nel cattolicesimo troviamo il Logos nella figura dell'Angelo della Faccia, in ebraico chiamato Michele, il simile a Dio, la sua rappresentazione manifestata. Il Logos è la "Luce che splende nelle Tenebre", l'Architetto dei Mondi; la sua qualità è il suono, la cui caratteristica è settenaria. Il Logos è il punto più alto della scala settenaria della Vita Una invisibile, eterna ed assoluta, mentre il punto più basso di questa scala è costituito dai Vidyadhara, i Pitri inferiori. È la Monade divina che, puro Adi-Buddhi, si manifesta come Buddhi universale, o Maha Buddhi, o Mahat, radice spirituale onnisciente ed onnipotente, Intelligenza divina, Suprema Anima Mundi, ovvero il Logos. Nel Genesi, il Dio del 1^ capitolo è il Logos, il Signore Iddio del 2^ capitolo sono gli Elohim, ossia i Poteri inferiori. Nel Buddhismo esoterico, il Logos è il raggio brillante dello UNO, che squarcia le Tenebre; il Primo, Vajradhara, il Buddha supremo che i Tibetani chiamano Dorjechang (rdo.rje.hdsin = portatore di fulmini). Come Signore di tutti i Misteri, egli non può manifestarsi, ed allora invia Vajrasattva (cuore di diamante), il Secondo Logos, che è chiamato Dorjesempa (rdi.rje.sems.dpah = essenza o principio di diamante). Da questi emanano i cinque Dhyani Buddha detti Anupadaka. Ishvara è il Logos, lo Spirito, l'Unità composta di spiriti viventi manifestati, il genitore originario, sorgente delle Monadi terrestri e del loro Riflesso divino, che da esso emanano e ad esso ritornano. Nel Zoroastrismo troviamo gli Amshaspend, che sono sei, ed Ormadz, il settimo, che è il loro capo. Ebbene, Ormadz è il Logos, il capo e gli Amshaspend nello stesso tempo. Ed è così anche nel Sistema solare. Dal punto di vista esoterico abbiamo i sette pianeti, uno dei quali è il Sole. Ma esso è il Capo dei Misteri principali, assieme ai pianeti rappresenta la potenza visibile ed attiva, mentre il Logos invisibile e le sue Gerarchie rappresentano la Potenza Assoluta. Nel triangolo di Pitagora, la Tetractis, il vertice è il Logos, lo specchio che riflette la Mente divina, mentre l'Universo è lo specchio in cui si riflette il Logos. E come il Logos riflette tutto nell'Universo di Pleroma, così l'Uomo riflette in sè stesso tutto ciò che vede e trova nel suo Universo. Il Tantrismo, parlando dell'uomo, dice : "tutto ciò che è qui è ovunque, ciò che non è quì non è in alcun luogo". Gli Egizi chiamavano il Sole "Occhio di Osiride" e lo concepivano come il Logos, il Primo nato, la Luce manifestata del mondo. Attraverso il settuplice raggio di questa luce noi possiamo diventare consci del Logos attraverso il Demiurgo. E come il Logos è settuplo nei suoi Logoi, così l'uomo ha sette piani di coscienza, sette stati di materia, sette forme di Forza; tutto ciò che riguarda la Terra è settuplo. Lucifero, nel suo aspetto più elevato, è il Logos, in quello più basso è l'Avversario, in entrambi i casi è il riflesso del nostro Ego : questa è la dicotomia del nostro mondo. Per Lattanzio, il Logos è il fratello primogenito di Satana, e la prima di tutte le creature. E se il Logos riflette nell'Universo la Mente divina, e l'Universo manifestato si riflette nella Monade, allora ogni Monade deve, nel ciclo delle sue incarnazioni riflettere in sè ogni forma di base di ogni regno dell'universo. Da qui il famoso assioma ermetico "Pietra, pianta, animale, uomo, spirito, Dio". Il Logos è la Sapienza passiva in cielo e la Sapienza attiva, cosciente, sulla Terra; è l'Uomo Celeste, il Figlio. Durante il riposo cosmico, il Logos dorme nel grembo di Quello che non dorme mai e non è mai sveglio, perchè è SAT, non un Essere, ma l'Essenza. Da CIÒ (SAT) nasce il Logos invisibile, da cui gli altri Logoi, il Manu primordiale, i Manu, l'Universo e tutto ciò che contiene. Nella filosofia indù troviamo Krishna, il Logos, ed i sette grandi Rishi, i Logoi. Il Logos è il "nato da sè", l'Aja degli Indù; l'Ego è l'immagine del Logos riflessa nel Karana Sharira. Esso, come sintesi delle Legioni e presidente dei Geni, fu il primo Pastore e Conduttore degli uomini. Fohat è la luce del Logos, mentre Vach, simbolo del potere generatore, è il Logos femminile; sono a lei simili Iside e Venere, la madre del prolifico Dio dell'amore. Ed è questo il motivo per cui in India la vacca è sacra : essa è il simbolo della natura creatrice. Il Logos Demiurgo è il Dio nello Spazio, Adamo Kadmon, l'Uomo Celeste, il Suono, l'Abisso e il Silenzio eterno degli Gnostici. Il Logos di Dio è il rivelatore dell'uomo ed il Logos dell'uomo è il rivelatore di Dio. Concludendo, possiamo dire che presso tutte le nazioni e tutti i popoli, il Logos è la divinità manifestata, l'espressione esteriore o l'effetto della causa che è sempre celata. Così, la parola è il Logos del pensiero; per cui "Logos" è opportunamente tradotto con "Verbo" e "Parola" nei loro significati metafisici.

IHVH

 
(Cab.) - Il Tetragrammaton, l'Albero Sefirotico (meno Kether), Adamo Kadmon.
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